Mia madre è un fiume: i Premi del 2011

Mia madre è un fiume: i Premi del 2011

28/03/12

Donatella Di Pietrantonio: incontro con l'autore a Foggia


Giovedì 29 marzo alla ore 10,00 presso l’Auditorium della Biblioteca provinciale si svolgerà “l’Incontro con l’autore dell’Istituto C. Poerio “ di Foggia con la scrittrice Donatella Di Pietrantonio che presenterà il romanzo “ Mia madre un fiume” la storia avvincente ha catturato l’interesse degli studenti facendoli riflettere sul complesso rapporto genitoriale con la madre e sulla problematica dell’Alzheimer. Profonde ed articolate le riflessioni e le rielaborazioni personali espresse sotto forma di poesie−recensioni− disegni e prodotti multimediali interpretativi della vicenda narrata e del pensiero della scrittrice.

26/03/12

Donatella Di Pietrantonio alla Libreria Stile Libero

Giovedì alle 18.30 presentazione del libro Mia madre è un fiume, dell'autrice Donatella Di Pietrantonio.

19/03/12

Donatella Di Pietrantonio al Centro di Studi Sorani

Sabato 24 marzo 2012, ore 17.00
SORA, PALAZZO MUNICIPALE
CORSO DE' VOLSCI
PIAZZETTA S. SPIRITO

Donatella Di Pietrantonio
Madri e Fiumi

Case d'autore: articolo de Il Centro del 18 marzo 2012

Donatella Di Pietrantonio, scrittrice tra natura e borgo

«La mia Penne è memoria»


 In una giornata incerta tra il sole nuovo di marzo e le freddure residuali di febbraio, la scrittrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio ha aperto a “Case d’Autore” le porte della propria abitazione, in una Penne dalla luce quasi metafisica. Davvero metafisico lo spazio che dalle mura del quartiere Corea, popolare e inaugurale la bellezza del centro storico, giunge ad animare casa di Donatella, forse perché di quell’antica abitazione è stato conservato tutto, ai fini di non lasciare che il respiro antico tra spazio privato e pubblico andasse perduto. Una metafisica del colore bianco, dominante, di un’accoglienza quasi uterina, di una luce intensa ma pacifica, di legni e libri e accorgimenti minimi ma sostanziali di chi scrive e riscrive ogni giorno il proprio stare al mondo. Fuori, a strapiombo, l’Abruzzo aspro di altezze, dolce di declivi, giardini e orti che ci scrutano mentre iniziamo a chiacchierare.
 Signora Di Pietrantonio, lei è nata e ha trascorso l’infanzia ad Arsita, nel teramano, ma vive e lavora a Penne. Ci parli un po’ di questi spostamenti, di come hanno influenzato la sua domesticità.
 
«Le varie case rappresentano in realtà delle tappe di vita, di evoluzione della mia storia per cui la prima casa è stata la casa rurale in un piccolo borgo pedemontano, ad Arsita; lì vi era un rapporto strettissimo tra la casa e la natura, tanto ch’essa sembrava bussare alla porta con una vera e propria pressione fisica, per cui da bambina vivevo molto la dimensione della casa-riparo. All’età di dieci anni c’è stato il trasferimento a Penne in casa colonica che abbiamo ristrutturato proprio come si usava negli anni ’70, mettendo le cosiddette “comodità”, all’insegna del principio di funzionalità ma a scapito della conservazione. Dopo varie vicissitudini come l’abitare in affitto - confesso un’esperienza davvero asfissiante - ho deciso unitamente al mio compagno di acquistare una vecchia casa nel centro storico di Penne, da ristrutturare. Per me questa è stata proprio l’idea di casa: piena di storia, dove sentire, accogliere l’anima delle generazioni che l’hanno abitata».
 Un quartiere antico il cui ingresso, ho notato arrivando, è deturpato da un enorme ripetitore telefonico...
 
«Quello delle antenne è stato un trauma perché quando io ho preso questa casa c’era proprio l’intenzione di ristrutturarla rispettando il genius loci, le anime che sentivo in questo luogo. In questi dodici anni l’unico intervento è stato l’installazione di queste antenne che stanno rendendo il quartiere la San Silvestro di Penne! Una violenza insanabile. Stiamo cercando di darci da fare attraverso un comitato di cittadini, ma è dura farsi ascoltare. Viviamo al fianco di un intervento non voluto ma imposto. Tra l’altro Penne è stata inserita da poco nell’elenco dei borghi più belli d’Italia, e questo contrasto è davvero scandaloso. Lo vivo, lo viviamo come un colpo al cuore, il tradimento di una storia, di una cultura».
 Scrivere è abitare per lunghi periodi della propria vita una pagina e forse questi sono i periodi nei quali, alle prese con noi stessi, viviamo più intensamente. Cosa significa per lei “abitare una pagina”?
 
«Abitare una pagina è un’emozione che evolve man mano che la pagina si riempie. All’inizio c’è l’angoscia della pagina bianca e quindi il misurarsi con la possibilità e la paura di non saperla riempire. C’è questo mistero, un grande punto interrogativo davanti a te. Come l’abiterò...? Ma poi scocca la scintilla, da alimentare, curare, un fuoco che deve divorare la pagina stessa. Pian piano cresce la sensazione di riempimento che è completamento di se stessi, si arriva al fondo della pagina stremati, soprattutto io vi arrivo stremata, considerato il mio non essere una cosiddetta scrittrice “torrenziale”... E questo accade al di là del tempo a disposizione: riesco a indugiare mezza giornata su tre righe!».

17/03/12

Donatella Di PIetrantonio : ultime presentazioni

Donatella Di Pietrantonio: appuntamenti di marzo
10 marzo ore 18.00 : Per il ciclo "Voci di donne",  presso la Sala Polivalente della Biblioteca Comunale di Loreto Aprutino
Giovedì 15 marzo, ore 17,00 "Di madre in figlia" Caffè letterario – Bct - Piazza della Repubblica, 1 - Terni. 
Domenica 18 marzo 2012 ore 18.00 presso l'Associazione culturale L'Officina (L'Arte e i Mestieri) Giulianova centro storico
Sora, Sabato 24 marzo (Palazzo Municipale), ore 17.00 : dibattito ‘Madri e fiumi’
Dettagli sulla pagina facebook  Mia madre è un fiume
 

01/03/12

Donatella Di Pietrantonio presenta il suo libro a Terni

Giovedì 15 marzo, ore 17,00 "Di madre in figlia" Caffè letterario – Bct - Piazza della Repubblica, 1 - Terni.
Incontro con Donatella di Pietrantonio, autrice del libro "Mia madre è un fiume" - Ed Elliot 2011.
Inaugurazione della mostra fotografica "Come mia madre" di Gloria Vatteroni.
Michela Rosati, psicologa e psicoterapeuta, conversa con le autrici sul tema del rapporto tra madre e figlia.
Un incontro per indagare il rapporto tra madri e figlie sul filo della memoria, atavica, storica, individuale e per capire, attraverso racconti, creati dal nulla o reali, fatti di parole o di immagini, cosa può succedere quando il percorso della memoria si interrompe.
Nell'ambito del progetto Donna Sempre.

Nel nome della madre: articolo del Corriere della Sera