Mia madre è un fiume: i Premi del 2011

Mia madre è un fiume: i Premi del 2011

12/09/11

Madri di carta


 Madri di carta sono quelle tratteggiate da Viola Di Grado e Donatella Pietrantonio, di carta non solo perché appartengono al mondo della letteratura, ma anche per la fragilità dei loro affetti sul punto di lacerarsi come veline. Intervistate da Francesco Abate, presso Palazzo Aldegatti, le autrici introducono il pubblico nel tormentato rapporto madre-figlia, esplorato, pur con scritture diversissime, da entrambe. Accanto alla complessità dei sentimenti messi in scena, ad accomunarle è la centralità della parola, cercata e ripetuta, come un mantra, in Mia madre è un fiume della Pietrantonio; negata, soffocata, perché inutile e ormai incapace di comunicare in Settanta acrilico trenta lana. “Un vomito di parole da cui scappare” si legge nel testo della Di Grado in cui le protagoniste sono affette da una specie di “anoressia verbale”, la lingua è “materia ottusa e iniziale a cui il dialogo è precluso”. Impossibilità di comunicare partorita dall’aridità di affetti fra Camelia e la madre, in fuga dal lutto per il marito, ossessiva fotografa di buchi e polvere. Patologia che svuota le parole di significato al pari dell’Alzheimer che affligge, in un Abruzzo rurale e selvatico, l’anziana donna descritta dalla Pietrantonio. Dimenticare “le mani perpendicolari che agivano su di lei i compiti dell’accudimento” e ricostruire il rapporto è l’obbligo che attende ora la protagonista, “non un corpo a corpo, pericoloso e insopportabile”, ma una relazione mediata dal linguaggio.     Leggi tutto su www.festivaletteratura.it

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Nel nome della madre: articolo del Corriere della Sera