Mia madre è un fiume: i Premi del 2011

Mia madre è un fiume: i Premi del 2011

30/09/11

Donatella Di Pietrantonio nella rosa degli scrittori di Asti d'Appello 2011

Gazzetta d'Asti di venerdì 30 settembre 2011

( .. ) I libri candidati sono in consegna agli iscritti dell’Associazione del Premio Asti d’Appello in Biblioteca Astense (Corso Alfieri 375 ang. Via Goltieri), per la “seconda chance” astigiana, per la quale, per dire con le parole di Elena Loewenthal (vincitrice insieme alla Dunja Badnjevic della prima edizione del Premio) “auguro di perdere gli altri premi letterari italiani, se questo  permetterà di avere la possibilità di vincere il Premio Asti d’Appello ed entrare in contatto con lettori così attenti, entusiasti e con la realtà di questa bella città.”
Definitivamente, quindi, in gara gli scrittori che hanno sfiorato l’oro ai maggiori premi letterari nazionali: Campiello, Strega, Viareggio-Repaci, Rapallo e Bagutta.
A quelli già  citati sopra si sommano i precedenti già confermati nei mesi scorsi: Bruno Arpaia (Guanda) con l’ultimo lavoro intitolato L’energia del vuoto dallo Strega. I partecipanti al Premio Rapallo: Se tu fossi qui, scritto da Maria Pia Ammirati by Cairo editore,  e Donatella Di Pietrantonio con Mia madre è un fiume, pubblicato dalla Elliot.(...)
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28/09/11

Progetto "A futura memoria": articolo de il Centro.gelocal del 27 settembre


... Il primo appuntamento ha visto i giovani partecipanti scoprire il borgo medievale di Castelbasso attraverso la storia, i racconti degli anziani e i sapori di un tempo, mentre nel secondo incontro gli studenti hanno potuto toccare con mano i documenti antichi su Castelbasso conservati presso l'Archivio di Stato di Teramo.  L'appuntamento di giovedì scorso alla biblioteca Delfico è stato incentrato invece sull'arte del racconto.  "Raccontare la memoria" era il tema della lezione, condotta dalla scrittrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio.
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27/09/11

Donatella Di Pietrantonio alla Libreria Marinelli

 Donatella è un fiume
A Vita con immediato affetto, così recita la dedica sulla mia copia. Quell'immediato mi aveva disorientata qualche mese fa. Donatella era stata scelta in una triologia di autrici che in maniera diversa raccontavano del rapporto madre figlia. L'avevo avvicinata alla presentazione all'Ambasciatori qui a Bologna. Ero con Sarah e Nicoletta, qualche sedia più in là Maria e Rosanna. Non mi era piaciuta quella presentazione, non perché la conducesse un altro gruppo di lettura, l'invidia non la frequento spesso. Solo la conversazione si fermava sempre prima di concedersi intima e generosa, le nostre non vogliono essere così. Poi lei, vicina, da sola, è stata disarmante con l'affetto immediato, un numero di telefono e una data d'incontro, mai ridiscussa nelle comunicazioni seguite. Oggi, ventiquattro settembre. Mauro di recente mi ha regalato una schiettezza senza filtri. Non è sempre facile, però non posso non dire che nei giorni appena prima l'incontro ho potuto forse fraintendere delle comunicazioni della casa editrice che tradivano quell'immediato affetto. Non può essere un fiume in secca Donatella, mi son ripetuta. Ancora un frainteso, le cose non dette lasciano spesso lo spazio a che si possa farlo. Così non capisco un messaggio e Donatella pranza da sola al suo arrivo. Sono un fiume in secca. Le ho preso dei fiori, amo riceverne e regalarne, come i libri. Poi lei non lo sa ma ognuno porta qualcosa, è il nostro ringraziamento. Siamo un ruscello o anche un fiume che ha timore di rompere gli argini. La mia acqua porta speranza. La ritrovo all'inizio e alla fine, nel racconto della maternità dell'io narrante, dell'amore che era riuscito a dipanarsi in un bisogno prima, nel pudore poi. Resta secca Donatella. Ci sbatte in viso gli stereotipi dei buoni sentimenti, lei cerca la dualità, dice, la complessità. I buoni sentimenti sono un aspetto parziale della realtà ed è superfluo occuparsene. Integrare nella nostra esperienza aspetti meno accettabili aiuta a crescere. L'acqua di Maria mi da conforto, aggiunge speranza, l'ha trovata nell'inizio uguale alla fine. L'acqua di Lorena la toglie e vi porta disperazione e sensi di colpa. Donatella è lei un ruscello ora dove la figlia ricomincia la stessa storia perché la narrazione è tutto quello che può fare per la madre, l'unica cura che può somministrarle essendo ormai ostruito il canale della fisicità. La figlia non saprà restituire ciò che non ha ricevuto. Il racconto è la cura per lei stessa che ha tradito i valori rurali che l'hanno cresciuta, che pur avendo gli strumenti culturali, perché ha studiato, capisce l'assenza ma non la comprende. Resta la ferita e il senso di colpa, resta la sofferenza nel ricevere una felicità gratuita. Donatella è un ruscello che si ritrae. La mia acqua le porta la favola di Fedro, di un lupo e di un agnello. Torna ruscello e dice che no, forse non è casuale la scelta di quella favola. C'è il lupo, c'è il male, c'è il luogo di morte ma è una favola senza finale, il lupo sparisce e la madre torna con due agnellini dalla Colombara. Non lontano da qui si apprezza già una cascata. L'acqua di Gabriella è impetuosa, porta una figlia che non può imputare alla madre anaffettiva la sua incapacità di emanciparsi dai sensi di colpa e dalle sofferenze, anche quelle dei vitelli, ne esige il riscatto. Donatella è un fiume che sta ingrossando. Chiede in prestito il libro a cercare fiduciosa, lei, l'altro vitello che si salva. L'acqua di Rosanna è deviata, porta spruzzi su racconti funebri e rituali, su radici e identità. Donatella è l'acqua dopo la deviazione. Il racconto funebre è il rituale di separazione. Il racconto in tutte le siuazioni è l'elaborazione più terapeutica. La figlia diviene madre della madre attraverso il racconto. Restituisce la sua dimensione fetale, di conoscenza della voce materna, di suono. Ci svela questa deviazione che all'inizio il libro era stato concepito come racconto riferito solo alla madre poi l'acqua esigeva sempre più momenti di introspezione della figlia. Capita così che le stesse situazioni siano raccontate in maniera diversa. L'acqua di Alberto è una sferzata, curiosa di sapere se le vicende narrate legano Donatella al libro. Donatella sembra rinsecchirsi. Non sa distinguere il vissuto dall'inventato, dal sentito, dal riportato, dal rubato alle vite degli altri. Non è importante la provenienza dei materiali, importante è il processo. L'acqua di Gabriella ha rotto gli argini cercando la ragione della predisposizione ai lati oscuri. Donatella ora è un fiume di vecchi ricordi salvati, che non ripete a tutti, a noi li regala. Il suo è un racconto sofferto, il raffreddore l'aiuta, ma si deve aggrappare. A ventotto anni ha sofferto di attacchi di panico e depressione. E' seguito un percorso analitico e l'incapacità di fare qualsiasi cosa. L'impotenza di riuscire a toccare certi nodi, poiché troppo pericolosi. Scelte assodate ridiscusse. Da quell'esperienza lunga e dolorosa la necessità di voler vedere sempre oltre la facciata, smettendo di accontentarsi di alcune verità consolatorie, di credere di essere felice. Le dispiace possa sembrarci pessimista, si scusa nel dire che la gioia è fine a sé stessa, ma è stato il dolore, più di ogni cosa, a farla crescere. Con coraggio ci travolge dicendo che ora può rimetterci la vita ma sempre vorrà sapere cosa c'è in lei. Il corpo non si ribella a caso. Donatella è un fiume in piena, noi rigagnoli strabordati da quel fiume. Dove necessaria è ormai la modalità di cura, di bisogno, di amore. E se prendersi cura di un genitore, vederne le nudità, destabilizza un figlio, non deve sembrare riprovevole affidarsi ad una casa di cura. Lei lo ha chiesto a suo figlio. Il rigagnolo di Maria porta la stessa richiesta. Ma Letizia resta un'acqua sua, che soffre come di una esclusione su una richiesta così. L'acqua di Nicoletta è provocatoria, vuole la storia e questa richiesta in contraddizione tra di loro. Donatella è il fiume calmo di una madre che può chiedere perché può aver sofferto un'imposizione, oppure semplicemente per pudore. L'acqua ancora schietta di Gabriella aggiunge la possibilità che un figlio non ci sia a prendersi cura di un genitore. L'acqua di Giusy è un torrente che trova riscatto nella malattia. Donatella è un fiume che è quasi arrivato al mare, la malattia è ora occasione di incontro tra madre e figlia, l'ultima opportunità di relazione, una resa dei conti ormai forzatamente rimandata. La mia acqua è come il fiume di Donatella di vecchi ricordi salvati, non una resa dei conti ma il momento più intenso della mia vita nella relazione con mia madre, il suo coma, non solo le mani perpendicolari, ormai l'intero suo corpo. Donatella è un fiume che mi accoglie sincero. Le acque pensose anche di chi è restato accanto come Cinzia, Barbara, Elke, Sarah, come Rebecca e Nazario, Lorenzo, Manuela, Emilia, Paola, stanno ritraendosi portando da diverse parti appunti sulla scrittura, sulle frasi tronche, sui detti impliciti, sul tu spontaneo. E' un fiume Donatella mentre ora legge la gioia di chi lavora nella notte per restare nato. Poi finalmente, in auto, nel tragitto verso la stazione, si getta nel mare.







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21/09/11

Donatella Di Pietrantonio conduce la lezione dal tema "Raccontare la memoria"

 Incontro del progetto A FUTURA MEMORIA presso la Biblioteca Dèlfico

Giovedì 22 settembre 2011 la Biblioteca provinciale Dèlfico di Teramo ospiterà il terzo appuntamento del progetto “A Futura Memoria”, ideato dall’Associazione Amici per Castelbasso e realizzato grazie al sostegno della Regione Abruzzo – Assessorato Politiche Attive del Lavoro, Formazione ed Istruzione, Politiche sociali.
Il progetto, che mira a ristabilire un contatto e un legame dei giovani abruzzesi con il passato, propone a 12 studenti residenti nella Provincia di Teramo un articolato percorso formativo col fine di realizzare il recupero della memoria degli anziani originari del borgo di Castelbasso, esempio paradigmatico della condizione attuale dei piccoli paesi e di tutto l’Abruzzo, cosiddetto minore.
Il primo appuntamento di “A Futura Memoria” ha visto i giovani partecipanti scoprire il borgo medievale di Castelbasso attraverso la storia, i racconti degli anziani e i sapori di un tempo, mentre nel secondo incontro gli studenti hanno potuto toccare con mano i documenti antichi conservati presso l’Archivio di Stato di Teramo.
Il prossimo giovedì 22 il progetto farà tappa alla Biblioteca Dèlfico dove, a partire dalle ore 16, la lezione dal tema “Raccontare la memoria” sarà condotta dalla scrittrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio, reduce dal successo del suo romanzo d’esordio “Mia madre è un fiume” (Elliot Edizioni).
Per l’occasione il Direttore della Biblioteca Dèlfico, Luigi Ponziani, presenterà ai partecipanti il ruolo sociale della Biblioteca provinciale, struttura privilegiata di conservazione e conoscenza della memoria del territorio, e verrà proiettato “Lo sguardo indietro. Il mondo agrario teramano del secondo dopoguerra”, video realizzato dalla Biblioteca Dèlfico con documenti di sua proprietà. (Selezione e montaggio: Marco Chiarini. Musiche e arrangiamenti: Errico Melozzi e Stefano De Angelis)


Associazione Amici per Castelbasso (onlus)
 
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Donatella Di Pietrantonio "racconta la memoria" alla Biblioteca Delfico

 Il presente dei giovani teramani proiettato verso il passato da Castelbasso alla Biblioteca Delfico


a-futura-memoriaL'associazione Amici per Castelbasso ha ideato il progetto “A Futura memoria”. Un tentativo per ricreare un legame stretto fra giovani e memoria. Giovedì 22 settembre la Biblioteca provinciale Dèlfico di Teramo ospiterà il terzo appuntamento dell'iniziativa realizzata grazie al sostegno della Regione Abruzzo - Assessorato Politiche Attive del Lavoro, Formazione ed Istruzione, Politiche sociali. In sostanza si propone a 12 studenti residenti nella provincia di Teramo un articolato percorso formativo. Il primo appuntamento di “A Futura Memoria” ha visto i giovani partecipanti scoprire il borgo medievale di Castelbasso attraverso la storia, i racconti degli anziani e i sapori di un tempo, mentre nel secondo incontro gli studenti hanno potuto toccare con mano i documenti antichi conservati presso l’Archivio di Stato di Teramo.
giuseppe-stamponeIl prossimo giovedì 22 il progetto farà tappa alla Biblioteca Dèlfico dove, a partire dalle ore 16, la lezione dal tema "Raccontare la memoria" sarà condotta dalla scrittrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio, reduce dal successo del suo romanzo d’esordio “Mia madre è un fiume” (Elliot Edizioni). Per l’occasione il Direttore della Biblioteca Dèlfico, Luigi Ponziani, presenterà ai partecipanti il ruolo sociale della Biblioteca provinciale, struttura privilegiata di conservazione e conoscenza della memoria del territorio, e verrà proiettato “Lo sguardo indietro. Il mondo agrario teramano del secondo dopoguerra”, video realizzato dalla Biblioteca Dèlfico con documenti di sua proprietà. (Selezione e montaggio: Marco Chiarini. Musiche e arrangiamenti: Errico Melozzi e Stefano De Angelis).









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17/09/11

Donatella Di Pietrantonio incontra gli studenti per il progetto "A futura memoria"

Giov 22 settembre alle ore 16.00 presso la  Biblioteca Delfico di Teramo incontro con gli studenti selezionati dalla Fondazione Menegaz  per il progetto "A futura memoria"

16/09/11

Sabato 17 Settembre ore 20.30: incontro con Donatella Di Pietrantonio

Sabato 17 e Domenica 18 Settembre a Montesilvano (PE) presso Palazzo Baldoni (Piazza Indro Montanelli), organizzata dal Comitato “La città delle donne” e “Associazione Quo Vadis”, si terrà una due giorni di dibattiti, videoproiezioni e spettacoli teatrali sulla questione delle donne nella società italiana: “La città delle donne”.
Programma:
Sabato 17 SettembreLE DONNE CHE NON HANNO PIU’ VOCE
ore 17.00“Immagine e comunicazione sul mondo femminile” con Giuliana Sgrena (giornalista e scrittrice), Monia Azzalini (ricercatrice Osservatorio di Pavia- Glocal Media Monitoring Project 2009-2010), interventi dei rappresentanti di UDI e Movimento “Se non ora quando”.
ore 19.30 – Proiezione video e letture “Immagini amiche/nemiche delle donne”, a cura di UDI Pescara e Associazione Donne Vestine.
ore 20.30 – conversazione con Donatella Di Pietrantonio, autrice del libro “Mia madre è un fiume”; testimonianze de “Le donne in campo CIA” con Domenica Trovarelli, Linda D’Aloise e Giovanna de “L’oasi delle coccinelle” (imprenditrici agricole).
ore 22.00“L’anima e il corpo: poetica di donne”, presentazione a cura di Annamaria Talone (Associazione Maglab) in collaborazione con il Magdalena Italia. A seguire spettacolo teatrale “Il gusto delle arance” di e con Gabriella Sacco (Teatro Lila) – Regia di Julia Varley.
Domenica 18 SettembreIL CORPO DELLE DONNE
ore 10.30Performance di musica Pop a cura delle giovani della Nuova Scuola Comunale di Musica di Montesilvano.
ore 11.30 – Proiezione del film “Il corpo delle donne” della regista Lorella Zanardo.
ore 17.00“L’omofobia: irragionevole paura dell’alterità”, incontro con Anna Paola Concia (deputata) e Maria Rosaria La Morgia (giornalista RAI).
ore 19.30Omaggio alle donne dell’Aquila a cura di UDI Pescara e Associazione Donne Vestine: le poesie di Anna Maria Giancarli e il Progetto Eva di Isabella Tomassi, Spazio prosa – Letture di Patricia Sablone.
ore 20.30“L’anima e il corpo: poetica di donne” recital con Flavia Valoppi a cura di Annamaria Talone (Associazione Maglab),  in collaborazione con Magdalena Italia. Interazione musicale delle allieve della Nuova Scuola Comunale di Musica di Montesilvano.
ore 22.00  – Gruppo di danze popolari dal mondo d’idee a cura di Donatella Di Iulio.

13/09/11

Donatella Di Pietrantonio: un modo diverso di parlare di Alzheimer

Sabato 1 ottobre dalle ore 16.00 presso la sede de LA RETE MAGICA onlus invia Curiel, 51 a Forlì si presenterà il romanzo "Mia madre è un fiume" Un modo diverso di parlare di Alzheimer. L'autrice Donatella Di Pietrantonio sarà intervistata da Giovanna Carnaccini e Valerio Benvenuto dell'Associazione Culturale FORUM LIVII di Forlì. Letture di alcune parti del romanzo

28° Premio Riviera delle Palme: il Quotidiano.it

28° Premio Riviera delle Palme: la competizione letteraria entra nel vivo

San Benedetto del Tronto | “La tensione comincia a crescere, poiché si dovranno scegliere le due opere vincitrici per ciascuna sezione, tra le cinquine dei testi di narrativa e di saggistica, selezionate nel corso dell’inverno".

Premio Riviera delle Palme- Incontro studenti e cinquine
Decideranno tutto i lettori-elettori che, in questi giorni, saranno chiamati ad esprimere la propria preferenza", dice il presidente del Circolo, Vittorio Ricci.
Per la narrativa, gli autori dei testi finalisti sono: S.Benni (Pane e tempesta), S.Consenti (Binario 21), G.De Cataldo (Il padre e lo straniero), D.Di Pietrantonio (Mia madre è un fiume) e M.Lodoli (Italia). Per la saggistica: A. Banti (Il Risorgimento italiano), G.Bignami (I marziani siamo noi), R.De Ponticelli (La questione morale), E.Gentile (Né stato né nazione) e G. Nuzzi, con il suo Metastasi.
"Alcuni degli autori hanno già i favori del pubblico e sono in cima alle classifiche di vendita - prosegue Ricci - come Donatella Di Pietrantonio, fresca vincitrice del Premio Tropea, o come Stefania Consenti e Marco Lodoli, e, nella saggistica, Giovanni Bignami, G.Luigi Nuzzi e Emilio Gentile."

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12/09/11

Premio Riviera delle Palme, scelte le due cinquine finaliste

SAN BENEDETTO – Entra nel vivo il premio Riviera delle Palme, giunto quest’anno alla sua 28esima edizione. «La tensione comincia a crescere, – fa sapere Vittorio Ricci, presidente del Circolo Riviera delle Palme – poiché si dovranno scegliere le due opere vincitrici per ciascuna sezione, tra le cinquine dei testi di narrativa e di saggistica, selezionate nel corso dell’inverno e indicate ai lettori-elettori che, in questi giorni, saranno chiamati ad esprimere la propria preferenza».
Per la narrativa, gli autori dei testi finalisti sono: Stefano Benni (Pane e tempesta), Stefania Consenti (Binario 21), Giancarlo De Cataldo (Il padre e lo straniero), Donatella Di Pietrantonio (Mia madre è un fiume) e Marco Lodoli (Italia).  Leggi tutto su www.ilsegnale.it

Sabato al Festivaletteratura di Mantova: tre incontri

Il terzo incontro è stato sorprendente: Chiara Valerio e Donatella Di Pietrantonio  alle prese con la lettura vintage di Signora Ava. Ho letto i libri di entrambe, non le avevo mai ascoltate. Non ho ancora finito di leggere Signora Ava, conoscevo Jovine per Le Terre del Sacramento che mi aveva morbosamente attratto al liceo. Mi aspettavo quattro chiacchiere tranquille e forse pure noiose,  intessute di riflessioni sul periodo storico e sull’importanza del testo. Ne sono uscita divertita dopo un’ora che è letteralmente volata. Bella la contrapposizione tra la pacata ma puntuale Di Pietrantonio, che dal testo di Jovine lancia rimandi a Fontamara e a Verga, e la passione quasi nervosa ma irresistibile e non trattenuta di Chiara Valerio che sottolinea gli aspetti comici del romanzo. “Non l’avevo ancora letto e mi aspettavo il solito libro sul Risorgimento” – ha esordito – “mi ha invece divertita moltissimo” ha ripetuto più volte. Ci ha regalato una lettura del brano della purga a Don Matteo che ha scatenato l’ilarità sotto il tendone e ha lanciato pure lei i suoi ami: a Stevenson, a Virginia Woolf, a Benedetto Croce e alle scelte che portano ad ignorare un testo nelle scuole per la “pericolosità” del suo contenuto. La rivoluzione che non si può fare per gli altri, lo scrittore che può solo dare un nome alle cose sperando che i lettori lo utilizzino, l’ignoranza (e qui sono tornata ad uno dei temi del primo incontro) che impedisce al cafone il riscatto dalla propria condizione: sono solo alcuni degli spunti che l’evento ha fornito. “Ci sono ancora i cafoni?” ha chiesto una signora a Donatella Di Pietrantonio. L’autrice ha raccontato di un suo recente incontro con due conterranei per i quali recarsi in ospedale è un compito al di là delle loro forze: sono analfabeti, parlano solo dialetto, dicono che non saprebbero come orientarsi. Siamo nel 2011, parliamo di digital divide e ci dimentichiamo che esistono ancora situazioni di questo tipo. Non sono tanto rare, sapete. Due anni fa è capitato anche a me, qui nel profondo evolutissimo nord. Ero stupefatta: quarantacinque anni, analfabeta, famiglia a carico, disoccupato. La sua storia non ve la so raccontare. Cosa questa incapacità comporti per lui invece sì: è completamente tagliato fuori dal mondo del lavoro, non solo dal mondo dell’informazione. Tanto vintage, Signora Ava non è.


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Madri di carta


 Madri di carta sono quelle tratteggiate da Viola Di Grado e Donatella Pietrantonio, di carta non solo perché appartengono al mondo della letteratura, ma anche per la fragilità dei loro affetti sul punto di lacerarsi come veline. Intervistate da Francesco Abate, presso Palazzo Aldegatti, le autrici introducono il pubblico nel tormentato rapporto madre-figlia, esplorato, pur con scritture diversissime, da entrambe. Accanto alla complessità dei sentimenti messi in scena, ad accomunarle è la centralità della parola, cercata e ripetuta, come un mantra, in Mia madre è un fiume della Pietrantonio; negata, soffocata, perché inutile e ormai incapace di comunicare in Settanta acrilico trenta lana. “Un vomito di parole da cui scappare” si legge nel testo della Di Grado in cui le protagoniste sono affette da una specie di “anoressia verbale”, la lingua è “materia ottusa e iniziale a cui il dialogo è precluso”. Impossibilità di comunicare partorita dall’aridità di affetti fra Camelia e la madre, in fuga dal lutto per il marito, ossessiva fotografa di buchi e polvere. Patologia che svuota le parole di significato al pari dell’Alzheimer che affligge, in un Abruzzo rurale e selvatico, l’anziana donna descritta dalla Pietrantonio. Dimenticare “le mani perpendicolari che agivano su di lei i compiti dell’accudimento” e ricostruire il rapporto è l’obbligo che attende ora la protagonista, “non un corpo a corpo, pericoloso e insopportabile”, ma una relazione mediata dal linguaggio.     Leggi tutto su www.festivaletteratura.it

07/09/11

Madri di carta: Donatella Di Pietrantonio a Mantova

11 settembre 2011

Sono sicuramente tra gli esordi italiani più interessanti degli ultimi anni e, pur con scritture molto diverse, i due notevoli romanzi di Viola Di Grado (Settanta acrilico trenta lana) e di Donatella Di Pietrantonio (Mia madre è un fiume) raccontano un tormentato rapporto madre-figlia. Ma mentre la ventenne Di Grado ambienta in una Leeds sepolta nella nebbia l’assurdo ménage di una giovane studentessa e della madre, ossessiva fotografa di buchi e polvere, la più matura Di Pietrantonio tratteggia in un Abruzzo rurale e selvatico il difficile confronto tra un’anziana donna privata dalla malattia della memoria e dell’anaffettiva figlia, obbligata a ricostruire il passato della madre e quindi anche il suo. Conduce l’incontro il giornalista e scrittore Francesco Abate
11/09/2011 - 10:00, Palazzo Aldegatti , € 4,50
MADRI DI CARTA
VIOLA DI GRADO e DONATELLA DI PIETRANTONIO con FRANCESCO ABATE

Festivaletteratura: articolo di Alessandra Chiappori

Al via il Festivaletteratura 2011

Nella magica Mantova torna uno dei festival letterari più importanti di Italia, dal 7 all’11 settembre.


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... La squadra dei narratori italiani si compone invece di nomi come Simonetta Agnello-Hornby, Giuseppina Torregrossa, Margaret Mazzantini, Erri De Luca. Accanto a questi, Alessandro Spina e Gilberto Severini, le esordienti Viola Di Grado e Donatella Di Pietrantonio, Enrico Deaglio che si presenta come narratore, i giovani Christian Frascella e Vincenzo Latronico. In occasione del decimo anniversario di Scritture Giovani, il progetto che Festivaletteratura ha ideato e promosso insieme ad alcuni dei principali festival letterari europei per la promozione dei nuovi talenti letterari, festeggeranno Susanne Heinrich, Anna Lewis, Kallia Papadaki e Paolo Piccirillo. 

06/09/11

Sabato 10, ore 17.00, palazzo Aldegatti: presentazione di "Mia madre è un fiume"

 Il mondo agricolo al Festival della letteratura
  Si tiene dal 7 all'11 settembre a Mantova. Molti gli eventi che riguardano il mondo dell’agricoltura e dell’ambiente più in generale. Mantova si appresta a tornare, per qualche giorno, la capitale letteraria d’Italia. Da mercoledì 7 a domenica 11 settembre, infatti, nel capoluogo lombardo andrà in scena il Festival della letteratura 2011, meglio conosciuto come Festivaletteratura. La manifestazione sarà all’insegna del divertimento culturale, con reading, spettacoli, concerti e ospiti da tutto il mondo. Ma quest’anno Mantova propone anche diverse novità, con nuove location come i Giardini Valentini, il Bosco Virgiliano e il Castello di San Giorgio, e con l’apertura della Biblioteca di fantascienza, dove fare un vero e proprio salto spazio-temporale.
Segnaliamo gli eventi che riguardano il mondo dell’agricoltura e dell’ambiente più in generale:
giovedì 8 settembre , ore 13.00, a Casa slow, L’appetito vien leggendo - Francesco Panella e Laura Prosperi – “Miele amaro. L’incerto destino delle api”. Negli ultimi cinque anni le api sono cambiate: sembrano disorientate, stentano a ritrovare il proprio alveare, il loro numero si è sensibilmente ridotto. A rischio è un alimento prezioso come il miele, ma - più in generale - gran parte dell’agricoltura, considerata la funzione centrale delle api nell’impollinazione. Francesco Panella, presidente degli apicoltori italiani, e Laura Prosperi autrice di Il miele nell’Occidente medievale, si confrontano sul futuro delle api e del miele.
Visto che - come dice il titolo della serie - l’appetito vien leggendo, ad ogni incontro letture e parole si accompagneranno a una degustazione in tema curata dalla Condotta Slow Food di Mantova.
Venerdì 9 settembre ore 17.30, Parcobaleno, Giuseppe Barbera , “A partire da Virgilio, Gli alberi nel paesaggio agrario italiano”. Il secondo libro delle Georgiche è dedicato agli alberi. Virgilio inizia proprio dalla distinzione tra le piante che non abbisognano della cura dell’uomo, e quelle che invece che l’esperienza dell’agricoltore ha piegato a beneficio della comunità. La storia degli alberi nel paesaggio agrario italiano sembra partire da quei versi, da quando cioè gli alberi assumono una funzione cardine nella produzione, nell’organizzazione del territorio, nella relazione tra cultura e natura. Giuseppe Barbera, docente di Colture arboree all’Università di Palermo ed autore di Abbracciare gli alberi, ci conduce lungo due millenni di storia degli alberi attraverso fonti diverse - dalla letteratura alle arti visive, dai trattati di agraria agli studi sul paesaggio - per dimostrare come, dalla salvezza degli alberi dipenda la sopravvivenza della nostra cultura.
Sabato 10, ore 17.00, palazzo Aldegatti, Donatella Di Pietrantonio presenta il volume “Mia madre è un fiume” dove racconta un tormentato rapporto madre-figlia, tratteggiando un Abruzzo rurale e selvatico il difficile confronto tra un’anziana donna privata dalla malattia della memoria e dell’anaffettiva figlia, obbligata a ricostruire il passato della madre e quindi anche il suo.
  
Leggi sulla rivista del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali

02/09/11

Quotidiano d'Abruzzo del 29 Agosto

Una domenica scioperata

di Donatella Di Pietrantonio

Donatella Di Pietrantonio
Mi sono svegliato con un dolore profondo di cui lì per lì non ricordavo il motivo, spazzato via dal sonno che sabato sera tardava a venire. Poi, con la tazzina fumante in mano, ecco! Non ci sono le partite! Oddio, come faremo? Oggi è, era il primo giorno di campionato, siamo rientrati dalle vacanze apposta, ho prenotato i biglietti per me e per i figli, comandato alla moglie un pranzo leggero alle dodici e mezza e non un minuto di più, per oggi e le domeniche a venire, una sì e una no, che in trasferta non ci andiamo quest'anno, c'è un po' di crisi. E adesso? Tutto da rifare, che si fa? Quella là cucina con lentezza sorniona e certi sorrisetti sotto i baffi che non ha, i bambini subito giocano ad altro, senza traumi apparenti. E io? Va beh, fino a pranzo è uguale, si scende a prendere il quotidiano rosa con il titolone (oh dolore!), s'innaffia il cane con l'albero, anzi l'albero con il cane ignaro di tanta tragedia, si tenta una piccola riparazione in casa. Ma dopo la tagliatella, l'arrosto e il caffè? Papà, papà, andiamo al parco! Evva bbeeneeee! Non si portano dietro neanche il pallone, screanzati, antitaliani che non sono altro, non devo averli educati a modo. Incontrano amichetti altrettanto sereni, giocano a nascondino, incredibile! Non gli manca la consueta lezione di turpiloquio sulle gradinate roventi, né la vista rassicurante degli agenti in assetto antisommossa. E io? Mi affratello a un padre orfano degli stessi idoli, passeggiamo sgranocchiando con le suole delle scarpe la ghiaia dei vialetti, ci prendiamo persino il gelato da soli, che quelli là sono troppo impegnati a nascondersi. Lecchiamo le creme contenti come ragazzi, correndo con la lingua ad arrestare il rivolo di fiordilatte che cola lungo la cialda.
Naturalmente ne parliamo, eccome se ne parliamo, poi però anche d'altro. Di politica! Ci si fa scuro senza che ce ne accorgiamo, con queste giornate accorciate di fine agosto. I figli dicono che si vogliono incontrare qui ogni domenica pomeriggio, noi ci guardiamo smarriti. E le partite? Dategli un contributo di solidarietà per farli scioperare tutto il campionato, dice il più grande che segue i telegiornali.

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Festivaletteratura: Mantova, 7-11 settembre 2011







domenica 11 settembre
Viola Di Grado e Donatella Di Pietrantonio con Francesco Abate

 Madri di carta
ore 10.00, Palazzo Aldegatti

Nel nome della madre: articolo del Corriere della Sera